E' dentro o fuori?
Che valore hanno, oggi, le nostre parole?
Se arriviamo a porci questa domanda, ci troviamo di fronte ad un inevitabile percorso di ricerca per comprendere
con quale consapevolezza le ascoltiamo o pronunciamo, in che modo le leggiamo o le recepiamo. O, ancora, cosa lasciamo che dimostrino o propongano di noi al prossimo,
o nella nostra esistenza in generale.
Per chiederci se è cambiata la relazione tra l’espressione attraverso la parola e la manifestazione di una
importantissima parte di noi rappresentata dalla nostra interiorità.
Il nostro dentro. Quel dentro così difficile da raccontare, spiegare e condividere, forse perché non facilmente
collocabile in un luogo ben definito, in un contesto spazio-temporale.
Il nostro dentro dov’è esattamente?
E' talmente dentro da non avere effettivamente un luogo, o non ha un luogo perché è
in tutto ciò che siamo, che viviamo, pensiamo e facciamo e in ogni cosa che ci circonda in ogni istante?
Ma, ovunque esso sia: ha un canale preferenziale per dimostrarsi, già noto e individuato o possiamo ancora interrogarci,
cercare di scoprirne di nuovi, magari valutando in modo nuovo ciò che conosciamo già o rivedendo una nostra manifestazione,
una a caso, alla quale ancora non avevamo dato la giusta collocazione?
Sono domande, che magari daranno uno sprone a quel percorso che muove i suoi passi attraverso la parola.